La Psichiatria, branca specialistica della Medicina, si occupa delle malattie che colpiscono la funzione psichica: ansia e depressione, ossessioni e fobie, anoressia e bulimia, disturbi di attacchi di panico e psicosi, disturbi di personalità e tossicodipendenze, ecc. Compito della Psichiatria è la restituzione della psiche alla propria funzione unificante psicocorporea: lo strumento d'elezione per raggiungere ciò è la psicoterapia.
La psiche, come funzione complessa che trova la sua tipizzazione nell'essere umano, porta all'acquisizione di una unità psicocorporea in grado di interagire e di integrarsi continuamente con il mondo circostante senza prescindere dalla propria individualità. La psiche, pertanto, non è identificabile con un organo o un apparato (es. il cervello); essa è immersa nel corpo e dal corpo emerge a rappresentare il mondo emozionale che accompagna e sostiene i movimenti e le fantasie, i pensieri e le parole di un essere umano e, molto di più.
La Psicoterapia Dinamica, o analitica che dir si voglia, è il solo metodo di cura che ha come obiettivo il recupero di quella sanità psichica presente alla nascita di ogni individuo e che, per varie ragioni, viene perduta: andando ad affrontare le dinamiche inconscie, si propone come intervento radicalmente ricostruttivo volto alla guarigione del paziente e non ad un suo adattamento.
Il punto centrale della cura psicoterapeutica di tipo dinamico è il rapporto psicoterapeutico: la presenza psichica del terapeuta, frutto della sua sanità interiore, si oppone costantemente alla malattia del paziente, intrisa di assenze. Il rapporto dialettico tra i due protagonisti di questa storia (assolutamente nuova per il paziente) struttura un processo che si configura costantemente come confronto/scontro tra due modi di essere, di pensare, di parlare, di vivere. Si configura come confronto/scontro tra la sanità e la fantasia del terapeuta, e la violenza ridondante insita in ogni malattia psichica.
La novità di questa storia vissuta apre le porte all'inconscio sano del paziente che, progressivamente, si libera di quella razionalità opprimente che, uccidendo la fantasia attraverso la ratificazione della divisione tra corpo e psiche, blocca ogni forma di divenire interno.
 
   
 
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